Le sale pompeiane dei palazzi nobiliari italiani
Nella seconda metà dell’800 alcuni ambienti dei palazzi nobiliari italiani venivano ristrutturati per erigere le tipiche “salette pompeiane”, così chiamate perché decorate alla maniera delle antiche ville romane scoperte a Pompei, seppure con elementi tipicamente ottocenteschi. La Dimora del Prete custodisce un esempio pregevole di sala pompeiana, assimilabile a quella della Farnesina, a Roma:
Una rappresentazione pittorica con schemi precisi, come la danzatrice dipinta sulla volta, chiusa in una cornice decorata e altri elementi tipicamente pompeiani nelle geometrie e nei colori.
Una considerazione è necessaria riguardo il famoso “rosso pompeiano”, una sorta di vivido magenta che per molto tempo si è creduto tipico delle ville romane di Pompei, ma che secondo un recente studio del Cnr era un giallo ocra intenso, modificato dai gas vulcanici. La ricerca, promossa dalla soprintendenza partenopea ed effettuata dall’Istituto nazionale di ottica, ha messo in evidenza come l’intensità cromatica delle antiche città di Pompei ed Ercolano è frutto di un’alterazione, causata proprio dall’eruzione del 79 dopo Cristo. “Grazie ad alcune indagini abbiamo potuto accertare che il colore come lo vediamo oggi è dovuto all’azione del gas ad alta temperatura che precedette la cui fuoriuscita della lava” – afferma Sergio Omarini, che ha condotto la ricerca. “Il fenomeno di questa mutazione cromatica era già noto agli esperti, ma lo studio ci ha finalmente permesso di quantificarne la portata, almeno ad Ercolano”. Insomma, l’immaginario delle due antiche città, almeno dal punto di vista cromatico, va ribaltato.
La Sala Pompeiana della Dimora del Prete di Belmonte è ricca di decorazioni floreali, animali reali e mitologici e presenta i tipici elementi delle suddette salette in stile pompeiano italiano. Particolare risulta la raffigurazione di scene venatorie dedicate a Ferdinando del Prete, abile cacciatore.